News e articoli
Gli articoli di questa sezione si propongono di informare, da un punto di vista psicologico e scientifico, su alcune delle principali problematiche che motivano la richiesta di intervento psicoterapeutico.
È presente, inoltre, una selezione delle principali news dal mondo della psicologia e della salute mentale: le ultime scoperte della ricerca, le curiosità, le novità e gli eventi.
È presente, inoltre, una selezione delle principali news dal mondo della psicologia e della salute mentale: le ultime scoperte della ricerca, le curiosità, le novità e gli eventi.
Azzurra Viscione, presidente dell'Associazione Liberamente, Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare. Ricevo su appuntamento a Napoli (Secondigliano) e in provincia (San Giorgio a Cremano e Pollena Trocchia).
Ernest Hemingway e quel vecchio solitario che sempre ce la farà
"Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le righe"
Una persona che regala il romanzo dello statunitense Ernest Hemingway “Il vecchio e il mare” è una persona che affida la propria solitudine a qualcuno, altrettanto solitario, e il proprio amore per la solitudine. Se qualcuno che ci ama ci regala un libro come questo, invita probabilmente al voler stare soli, insieme. Al non aver paura della solitudine, chi dice che non si può essere soli in due? Un invito a voler essere non una compagnia, ma la compagnia adatta. Ma soprattutto un invito a non arrendersi.
Si tratta di un romanzo breve, caratteristica tipica dello scrittore, da molti considerato l’ultimo capolavoro di Hemingway: Il vecchio e il mare è una storia di solitudine.
Il vecchio Santiago è il protagonista, uno di quegli uomini che non si arrendono mai, nemmeno dopo 85 giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla. Un uomo che si ripete «Sì ce la farai, disse a se stesso. Ce la farai sempre», di quelli che non usciranno mai sconfitti dalle avversità della vita, perché sempre capaci di tirar fuori il coraggio. Santiago è un vecchio di quelli in cui «tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti». Un uomo che comprende i silenzi e che parla attraverso i silenzi.
“Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono”
Uno di quelli che conosce il mare, che ha nel mare la propria casa. Un vecchio assolutamente umano, reale, niente di troppo complicato, niente di eroico: anche Santiago teme di fallire, di perdere le forze, di non farcela. Potrebbe uscirne sconfitto ma è il suo non arrendersi a trasformare la sua sconfitta in vittoria, la sua tenacia, la sua determinazione, il suo essere disposto a squarciarsi le mani con la lenza. Un combattente. Un qualsiasi vecchio con la barba bianca, occhi color mare e tante rughe sulla nuca che passeggia su una riva, su un lido, probabilmente ci ricorderebbe Santiago. Un uomo che con la sua semplice vita, trascorsa su una barca dedicandosi alla pesca, non ha paura di restare solo. Eppure «nessuno dovrebbe mai restar solo, da vecchio, pensò»: il problema è che spesso è inevitabile.
Nella breve storia de Il vecchio e il mare Santiago riesce ad affezionarsi ad un ragazzo, che continua a riservare in lui tutta la fiducia e l’ammirazione che ha a disposizione. Ne diventa il maestro, l’esempio da seguire, che con la sua umiltà, con i suoi modi semplici, il suo non voler perdere lucidità, continua a designare lezioni di vita. «Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai». Non è mai il momento di pensare a ciò che non si ha, specie quando si è in lotta con la vecchiaia e la natura. Non bisogna fermarsi al primo ostacolo, alle prime difficoltà, al primo pesce “troppo grosso”, agli ottantaquattro giorni senza fortuna. Santiago insegna che dentro ognuno di noi c’è la forza di poter ricominciare sempre da zero.
La scrittura asciutta e semplice di Hemingway rispecchia pienamente il personaggio e l’intera storia. Come in ogni racconto, l’autore cerca di definire quanti più dettagli possibili per rendere concrete le immagini, dimostrandosi un vero appassionato di pesca: molte sono le righe arricchite da minuscoli particolari.
Una persona che regala questa breve storia a qualcuno, è una persona che invita a bastarsi. Nonostante tutto.
di Giusy Esposito per Mi faccio di Cultura
Una persona che regala il romanzo dello statunitense Ernest Hemingway “Il vecchio e il mare” è una persona che affida la propria solitudine a qualcuno, altrettanto solitario, e il proprio amore per la solitudine. Se qualcuno che ci ama ci regala un libro come questo, invita probabilmente al voler stare soli, insieme. Al non aver paura della solitudine, chi dice che non si può essere soli in due? Un invito a voler essere non una compagnia, ma la compagnia adatta. Ma soprattutto un invito a non arrendersi.
Si tratta di un romanzo breve, caratteristica tipica dello scrittore, da molti considerato l’ultimo capolavoro di Hemingway: Il vecchio e il mare è una storia di solitudine.
Il vecchio Santiago è il protagonista, uno di quegli uomini che non si arrendono mai, nemmeno dopo 85 giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla. Un uomo che si ripete «Sì ce la farai, disse a se stesso. Ce la farai sempre», di quelli che non usciranno mai sconfitti dalle avversità della vita, perché sempre capaci di tirar fuori il coraggio. Santiago è un vecchio di quelli in cui «tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti». Un uomo che comprende i silenzi e che parla attraverso i silenzi.
“Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono”
Uno di quelli che conosce il mare, che ha nel mare la propria casa. Un vecchio assolutamente umano, reale, niente di troppo complicato, niente di eroico: anche Santiago teme di fallire, di perdere le forze, di non farcela. Potrebbe uscirne sconfitto ma è il suo non arrendersi a trasformare la sua sconfitta in vittoria, la sua tenacia, la sua determinazione, il suo essere disposto a squarciarsi le mani con la lenza. Un combattente. Un qualsiasi vecchio con la barba bianca, occhi color mare e tante rughe sulla nuca che passeggia su una riva, su un lido, probabilmente ci ricorderebbe Santiago. Un uomo che con la sua semplice vita, trascorsa su una barca dedicandosi alla pesca, non ha paura di restare solo. Eppure «nessuno dovrebbe mai restar solo, da vecchio, pensò»: il problema è che spesso è inevitabile.
Nella breve storia de Il vecchio e il mare Santiago riesce ad affezionarsi ad un ragazzo, che continua a riservare in lui tutta la fiducia e l’ammirazione che ha a disposizione. Ne diventa il maestro, l’esempio da seguire, che con la sua umiltà, con i suoi modi semplici, il suo non voler perdere lucidità, continua a designare lezioni di vita. «Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai». Non è mai il momento di pensare a ciò che non si ha, specie quando si è in lotta con la vecchiaia e la natura. Non bisogna fermarsi al primo ostacolo, alle prime difficoltà, al primo pesce “troppo grosso”, agli ottantaquattro giorni senza fortuna. Santiago insegna che dentro ognuno di noi c’è la forza di poter ricominciare sempre da zero.
La scrittura asciutta e semplice di Hemingway rispecchia pienamente il personaggio e l’intera storia. Come in ogni racconto, l’autore cerca di definire quanti più dettagli possibili per rendere concrete le immagini, dimostrandosi un vero appassionato di pesca: molte sono le righe arricchite da minuscoli particolari.
Una persona che regala questa breve storia a qualcuno, è una persona che invita a bastarsi. Nonostante tutto.
di Giusy Esposito per Mi faccio di Cultura
Il motore di ricerca nato per salvare il pianeta..."verso un'ecologia della mente".
Ecosia https://www.ecosia.org/ è un motore di ricerca che dichiara di donare l'80% dei proventi ricavati dalla pubblicità online per sostegno a programmi di riforestazione.
Ecosia è stato fondato a Wittenberg (Germania) il 14 dicembre 2009 da Christian Kroll in associazione con Bing, Yahoo ed il WWF.
Pur essendo una società a scopo di lucro garantisce che l'80% dei propri introiti siano destinati al WWF in progetti per la salvaguardia della foresta tropicale.
La collaborazione di Ecosia con i diversi rivenditori online consente agli utenti di donare attraverso i loro acquisti in rete. Quando si cerca un prodotto con Ecosia, gli EcoLink vengono visualizzati accanto ai rivenditori affiliati partecipanti e, una volta attivati, una percentuale del denaro speso per l'acquisto del prodotto (fino al 5%) viene donata automaticamente a Ecosia, che utilizza questi guadagni e i ricavi pubblicitari per finanziare il progetto Plant a Billion Trees (Pianta un miliardo di alberi). Il meccanismo di introiti che consente di salvare porzioni di foresta amazzonica scatta infatti soltanto se l’utente clicca sui link sponsorizzati, non quando l’utente effettua una ricerca.
Gli alberi verrebbero piantati con l'obiettivo di assorbire CO2 dall'atmosfera (tramite fotosintesi) combattendo l'aumento dell'effetto serra ed altri problemi ambientali come l'acidificazione dei mari.
Noi naturalmente speriamo che Ecosia funzioni realmente come dice: in questo modo tutti noi potremmo contribuire a combattere un grande problema strutturale della Rete, visto che, com’è stato stimato recentemente da uno studio dell’Università di Harvard, ogni query eseguita su un motore di ricerca immetterebbe nell’atmosfera 7 grammi di anidride carbonica. Quindi se solo l’1% degli utenti di Internet usasse Ecosia (e se questo fosse “così come sembra”) potremmo comunque contribuire in modo determinante alla salvaguardia dell’ambiente. Anche perché ci appassiona tutti l’idea di usare le ricerche in Rete per combattere il riscaldamento climatico, la minaccia globale che incombe su di noi, spesso nel disinteresse generale dei grandi della terra.
Esiste uno stretto legame tra le attività della specie umana e l'ambiente naturale in cui queste attività si manifestano: se l'intelligenza dell'uomo è in grado di modificare profondamente la natura, questa ha determinato le condizioni in cui l'attività cognitiva si è evoluta. Nel momento in cui la crisi ecologica coincide con il crollo dei valori e delle certezze su cui si è basata la società industriale e postindustriale, con conseguenze sugli stati d'animo individuali e collettivi, si ritiene che il mondo ambientalista debba svolgere un accurata e approfondita riflessione sulla natura dei processi che accompagnano i cambiamenti, esaminando tematiche quali l'etologia, l'epistemologia e lo studio dei sistemi.
"Verso un'ecologia della mente è uno dei testi più famosi di Gregory Bateson, famoso psicologo, che ha affascinato esperti e non esperti.
In questo volume Bateson tenta di dare un’immagine olistica ed ecologica dell’individuo e del suo funzionamento mentale, descrivendo un ponte che collega il comportamento alla natura.
Alla base del pensiero di Bateson sull'ecologia della mente, c’è la convinzione che non si può parlare di una specie o di un singolo individuo in modo astratto. Per comprenderne il funzionamento occorre considerare l’organismo inserito nel suo ambiente. L’armonia di questo rapporto è fondamentale sopravvivere e per vivere bene. Anche quando si studia la mente non è opportuno smembrarla in funzioni separate, ma la si comprende solo quando ne comprendiamo l’organizzazione che ricalca le relazioni tra le parti dei sistemi naturali e dell’equilibrio che la natura è riuscita a creare tra loro.
Invitato a presiedere un convegno sulla ristrutturazione “ecologica” della città di New York, Bateson ricordò ai partecipanti una verità talmente manifesta, da esse- re spesso dimenticata: “le civiltà nascono e muoiono” (intervento trascritto in Verso un’ecologia della mente). Nuove tecnologie per lo sfruttamento dell’ambiente e per l’impiego amplificato delle capacità umane consentono ad una civiltà di nascere. Ma quando una civiltà raggiunge il limite di ciò che può sfruttare in quel modo, allora è prima o poi destinata a scomparire. Le nuove invenzioni creano libertà e flessibilità d’azione, ma l’esaurimento di questa flessibilità conduce alla morte. O gli uomini sono troppo intelligenti – provocava Bateson – e allora siamo condannati, o non lo sono stati abbastanza da limitare la tendenza a dominare l’ambiente e a metterne in crisi gli equilibri. Optava per la seconda ipotesi. Il problema della “salute ecologica” del sistema uomo-ambiente era vivo allora, all’inizio degli anni Settanta, ma è vivo ancora oggi ed è destinato ad essere un problema ricorrente e, ancor più, strutturale della civiltà umana.
Dove finisco io e dove inizia il resto del mondo?
"Qualcuno ha chiesto di vedere l'anima? - ha scritto in una poesia Walt Withman - Guarda la tua stessa forma e il suo contenuto, guarda le persona, gli elementi, le bestie, gli alberi, i ruscelli gorgoglianti, la roccia, la sabbia". Potrebbe sembrare solo un bel gioco di parole o un immagine poetica, è in realtà quello che c'è alla base del lavoro che ciascuno di noi deve fare per se stesso e per gli altri.
Non possiamo restaurare la nostra salute e il nostro benessere se non restauriamo la salute del pianeta.
Dott.ssa Azzurra Viscione
#beach #blue #cloudporn #clouds #dusk #flowers #green #iphonesia #light #mothernature #nature #naturelovers #natureza #photooftheday #sky #skylovers #summer #sun #sunrise #sunset #tree #twilight #weather #meravigliosavita #frasi #aforismi #lamoreprimaditutto #psicologia #psicoterapia #psicologianapoli #liberamente
Riproduzione riservata © Liberamente
Ecosia è stato fondato a Wittenberg (Germania) il 14 dicembre 2009 da Christian Kroll in associazione con Bing, Yahoo ed il WWF.
Pur essendo una società a scopo di lucro garantisce che l'80% dei propri introiti siano destinati al WWF in progetti per la salvaguardia della foresta tropicale.
La collaborazione di Ecosia con i diversi rivenditori online consente agli utenti di donare attraverso i loro acquisti in rete. Quando si cerca un prodotto con Ecosia, gli EcoLink vengono visualizzati accanto ai rivenditori affiliati partecipanti e, una volta attivati, una percentuale del denaro speso per l'acquisto del prodotto (fino al 5%) viene donata automaticamente a Ecosia, che utilizza questi guadagni e i ricavi pubblicitari per finanziare il progetto Plant a Billion Trees (Pianta un miliardo di alberi). Il meccanismo di introiti che consente di salvare porzioni di foresta amazzonica scatta infatti soltanto se l’utente clicca sui link sponsorizzati, non quando l’utente effettua una ricerca.
Gli alberi verrebbero piantati con l'obiettivo di assorbire CO2 dall'atmosfera (tramite fotosintesi) combattendo l'aumento dell'effetto serra ed altri problemi ambientali come l'acidificazione dei mari.
Noi naturalmente speriamo che Ecosia funzioni realmente come dice: in questo modo tutti noi potremmo contribuire a combattere un grande problema strutturale della Rete, visto che, com’è stato stimato recentemente da uno studio dell’Università di Harvard, ogni query eseguita su un motore di ricerca immetterebbe nell’atmosfera 7 grammi di anidride carbonica. Quindi se solo l’1% degli utenti di Internet usasse Ecosia (e se questo fosse “così come sembra”) potremmo comunque contribuire in modo determinante alla salvaguardia dell’ambiente. Anche perché ci appassiona tutti l’idea di usare le ricerche in Rete per combattere il riscaldamento climatico, la minaccia globale che incombe su di noi, spesso nel disinteresse generale dei grandi della terra.
Esiste uno stretto legame tra le attività della specie umana e l'ambiente naturale in cui queste attività si manifestano: se l'intelligenza dell'uomo è in grado di modificare profondamente la natura, questa ha determinato le condizioni in cui l'attività cognitiva si è evoluta. Nel momento in cui la crisi ecologica coincide con il crollo dei valori e delle certezze su cui si è basata la società industriale e postindustriale, con conseguenze sugli stati d'animo individuali e collettivi, si ritiene che il mondo ambientalista debba svolgere un accurata e approfondita riflessione sulla natura dei processi che accompagnano i cambiamenti, esaminando tematiche quali l'etologia, l'epistemologia e lo studio dei sistemi.
"Verso un'ecologia della mente è uno dei testi più famosi di Gregory Bateson, famoso psicologo, che ha affascinato esperti e non esperti.
In questo volume Bateson tenta di dare un’immagine olistica ed ecologica dell’individuo e del suo funzionamento mentale, descrivendo un ponte che collega il comportamento alla natura.
Alla base del pensiero di Bateson sull'ecologia della mente, c’è la convinzione che non si può parlare di una specie o di un singolo individuo in modo astratto. Per comprenderne il funzionamento occorre considerare l’organismo inserito nel suo ambiente. L’armonia di questo rapporto è fondamentale sopravvivere e per vivere bene. Anche quando si studia la mente non è opportuno smembrarla in funzioni separate, ma la si comprende solo quando ne comprendiamo l’organizzazione che ricalca le relazioni tra le parti dei sistemi naturali e dell’equilibrio che la natura è riuscita a creare tra loro.
Invitato a presiedere un convegno sulla ristrutturazione “ecologica” della città di New York, Bateson ricordò ai partecipanti una verità talmente manifesta, da esse- re spesso dimenticata: “le civiltà nascono e muoiono” (intervento trascritto in Verso un’ecologia della mente). Nuove tecnologie per lo sfruttamento dell’ambiente e per l’impiego amplificato delle capacità umane consentono ad una civiltà di nascere. Ma quando una civiltà raggiunge il limite di ciò che può sfruttare in quel modo, allora è prima o poi destinata a scomparire. Le nuove invenzioni creano libertà e flessibilità d’azione, ma l’esaurimento di questa flessibilità conduce alla morte. O gli uomini sono troppo intelligenti – provocava Bateson – e allora siamo condannati, o non lo sono stati abbastanza da limitare la tendenza a dominare l’ambiente e a metterne in crisi gli equilibri. Optava per la seconda ipotesi. Il problema della “salute ecologica” del sistema uomo-ambiente era vivo allora, all’inizio degli anni Settanta, ma è vivo ancora oggi ed è destinato ad essere un problema ricorrente e, ancor più, strutturale della civiltà umana.
Dove finisco io e dove inizia il resto del mondo?
"Qualcuno ha chiesto di vedere l'anima? - ha scritto in una poesia Walt Withman - Guarda la tua stessa forma e il suo contenuto, guarda le persona, gli elementi, le bestie, gli alberi, i ruscelli gorgoglianti, la roccia, la sabbia". Potrebbe sembrare solo un bel gioco di parole o un immagine poetica, è in realtà quello che c'è alla base del lavoro che ciascuno di noi deve fare per se stesso e per gli altri.
Non possiamo restaurare la nostra salute e il nostro benessere se non restauriamo la salute del pianeta.
Dott.ssa Azzurra Viscione
#beach #blue #cloudporn #clouds #dusk #flowers #green #iphonesia #light #mothernature #nature #naturelovers #natureza #photooftheday #sky #skylovers #summer #sun #sunrise #sunset #tree #twilight #weather #meravigliosavita #frasi #aforismi #lamoreprimaditutto #psicologia #psicoterapia #psicologianapoli #liberamente
Riproduzione riservata © Liberamente